Rize Griche: il portale del grico 🇬🇷
I verbi: la coniugazione.

La flessione dei verbi grichi
Inserire il verbo
Attiva:
Passiva:
Media:
Verbo:
Indicativo
Presente
evòkombònnoioilludo
esùkombònni(s)
cinokombònni
emìkombònnome
esikombònnete
cinikombònnune

Aoristo (passato prossimo e remoto)
evòkòmbosaioillusi
esùkòmbose(s)
cinokòmbose
emìkombòsamo
esikombòsato
cinikombòsane
Imperfetto
evòkòmbonnaioilludevo
esùkòmbonne(s)
cinokòmbonne
emìkombònnamo
esikombònnato
cinikombònnane

Trapassato
evòìkha kombòsontaio avevo illuso
esùìkhe(s) kombòsonta
cinoìkhe kombòsontaegli ebbe illuso
emììkhamo kombòsonta
esiìkhato kombòsonta
ciniìkhane kombòsonta
Congiuntivo
Presente
nakombòso evòcheio illuda
nakombòsi(s) esù
nakombòsi cino
nakombòsome emì
nakombòsete esi
nakombòsune cini

Trapassato
*kaevò ìkha kombòsontache io avessi illuso
kaesù ìkhe(s) kombòsonta
naìkhe kombòsonta cino
naìkhamo kombòsonta emì
naìkhato kombòsonta esi
na ìkhane kombòsonta cini
Imperfetto
nakòmbonna evòcheio illudessi
nakòmbonne(s) esù
nakòmbonne cino
nakombònnamo emì
nakombònnato esi
nakombònnane cini

Passato
naìme|èkho kombomèna evò che io abbia illuso
naìse|èkhi(s) kombomèna esù
naè(kh)i kombomèna cino
naìmesta|èkhome kombomèna emì
naìsesta|èkhete kombomèna esi
naèkhune kombomèna cini
Condizionale
Imperativo
Imperfetto
evòkòmbonnaioilluderei
esùkòmbonne(s)
cinokòmbonne
emìkombònnamo
esikombònnato
cinikombònnane


Trapassato
evòìkha kombòsontaio avrei illuso
esùìkhe(s) kombòsonta
cinoìkhe kombòsontaegli avrebbe illuso
emììkhamo kombòsonta
esiìkhato kombòsonta
ciniìkhane kombòsonta
Imperativo
kòmboso esù illudi tu
askombòsi
kombònnome
kombòsete
askombòsune

Gerundio
Presentez
kombònnontailludendo
passato
kombòsontaavendo illuso

Participio
kombomènoilluso

Perfetto (passato prossimo)
ime | èkho kombomèna ho illuso

infinito
kombòsiilludere



Forma Passiva

evòime kombomènoio sono illuso
evòìmona kombomènoioero illuso
evòìrta kombomènoio venni illuso
na ìme kombomèno evòcheio sia illuso
evòìme stammèna kombomènoiosono stato illuso
evòìkha stasònta kombomènoioero stato illuso


Note


Nella costruzione del passivo si è usato il verbo essere (ìme), tranne che per il passato in cui è stato usato il verbo venire (èrkome). Può succedere, quindi, che il participio possa interpretarsi come un attributo del soggetto. Le interpretazioni sono esatte in entrambi i casi. Es.: evò ìme vaftimèno = sono (vengo) battezzato (forma passiva); evò ìme vaftimèni = io sono battezzata (predicato nominale).
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E' possibile coniugare anche verbi non presenti nella tabella dei verbi, in questi casi la coniugazione avviene per analogia e non ci sarà nessuna indicazione della coniugazione in italiano.

Se il verbo ha più significati verrà coniugato il primo di essi presente nella tabella dei verbi.
Le voci dei verbi poco usati o non più usati di cui non è possibile riscontrare tutte le voci, vengono coniugati per analogia.

Coniugazione media:
Inserire il verbo e selezionare l'opzione "media", es.: sianònno con l'opzione "media" sarà coniugato sianònnome;
oppure inserire direttamente "sianònnome".
In alcuni casi è utilizzabile soltanto la seconda opzione, ovvero inserire il verbo direttamente nella "forma media".

In alcuni casi nella prima persona singolare viene indicata più di una flessione. Anche se non idicata, la flessione vale per tutte le voci verbali che si rifanno a quella costruzione, p. e.: per "dìome = mi do", l'aoristo viene costruito con la forma "dòft-imo", ma nella prima persona viene indicato anche "edòs-imo", ciò vuol dire che tutte le voci verbali che si rifanno a all'aoristo ammettono come radice oltre che "doft", anche "dos": edosìmo , edosi..., na dosò, ..., dosònta, ecc.

Se il verbo inizia con un aumento, la "e" viene tolta, es: se si inserisce "epào" viene coniugato "pào".
Tuttavia, anche se nella tabella di norma non è indicato, si tenga presente che è abbastanza frequente l'uso dell'aumento in particolare nell'imperfetto e nell'aoristo soprattutto nelle persone del singolare, es.: efònasa - (e)fonàsamo.

Passato prossimo (perfetto):
- in alcuni paesi si costruisce col verbo avere, es: ekho pimèna, in altri (Martano) col verbo essere, es: ime pimèna.
- In alcuni casi vengono indicati più di un participio (es: mattemmèno - masomèno), in questi casi anche la flessione del primo termine è in "a", anche se riportata in "o".
Es: ime | ekho mattemmèna - masomèna.

*Nel trapassato del congiuntivo, ma vale anche per il passato, vengono indicate due possibbili costruzioni, che non sono equivalenti, con "ka" e con "na", es: pùru ka cìno to ìkhe meletìsonta... = anche se (che) lui lo avesse letto ...; na ìkhe meletìsonta cìo! = avesse letto (studiato) lui!

La seconda persona dell'imperativo termina con "o", ma se la voce è bisilabe di regola esce in "e", non di rado coesiste anche una forma in "a" con la radice del presente, es: àmposo - àmpa - 'mpòse

Nei verbi "eo", di origine italiana e a volte anche quelli grichi prevale un imperativo in "a" ed un participio in "a(t)o". Es:
fermèo:
imperativo: ferma; participio: fermào;
latrèo:
imperativo: latra; participio: latrào.

L'infinito è usato soltanto con il verbo sozo (potere) rarissimamente con il verbo telo. Es: sozo pai, ìsoza mini, sòzonta fai = posso andare, potevo aspettare, potendo mangiare. È usato anche come sostantivo, es: to fai guaddhi o guai = il magiare toglie i guai. Negli altri casi si ricorre al congiuntivo, es: devo mangiare, vogliamo bere = enghizi oppure enna fao, telome na pìome; per andare a Lecce = na pao oppure na pame es Luppiu. Per l' infinito usato come esortazione o comando si usa l'imperativo, es: camminare, andare via! = pretìsete, apate apode!

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